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I crediti

I nuovi principi contabili internazionali dedicano una particolare attenzione alla definizione di un nuovo sistema di regole relative al trattamento contabile dei crediti, che nell’attività degli enti creditizi occupano una posizione centrale e hanno una ragguardevole influenza sulla redditività e sullo sviluppo del patrimonio.
Le nuove regole sui crediti sono individuate dallo IAS 39 e dallo IAS 32, che intervengono in ordine alla classificazione, alla valutazione e alla disclosure, apportando alcuni cambiamenti rispetto alla normativa attuale, soprattutto per quanto concerne la puntualità e il rigore della disciplina, volta a limitare la soggettività ancora presente in talune scelte relative ai diversi momenti che caratterizzano la gestione contabile del portafoglio crediti.
In primo luogo vengono ridefiniti i criteri per la classificazione dei crediti che rientrano nella categoria degli strumenti finanziari. In base alle loro caratteristiche, i crediti possono essere classificati come LR , FVPL e AFS.
In particolare i crediti saranno classificati come FVPL se il detentore a l’intenzione di cederli entro breve termine e se intende valutarli a fair value con effetti da rilevare a conto economico. Se i rapporti sono caratterizzati da pagamenti fissi o determinabili e se non sono quotati in un mercato attivo, i crediti saranno classificati nella categoria LR. Infine la classificazione nella categoria AFS ha carattere residuale e riguarda i casi di crediti che non rientrano in una delle altre due categorie individuate dallo IAS.
I crediti classificati nella categoria LR sono valutati al criterio del costo o del costo ammortizzato se di durata superiore al breve termine, mentre quelli appartenenti alle categorie FVPL e AFS sono valutati secondo il criterio del fair value.
Gli IAS seguono con attenzione il processo di valutazione dei crediti, individuando rigorosamente non soltanto il criterio da seguire ma anche le metodologie necessarie per la determinazione del valore da iscrivere in bilancio.
Sotto l’aspetto valutativo, gli IAS disciplinano in modo articolato l’individuazione e la quantificazione dell’eventuale svalutazione del credito. Innanzitutto richiedono di valutare, per tutti i crediti iscritti in bilancio, l’esistenza di obiettive situazioni di deterioramento relativo a un singolo rapporto o a un gruppo di crediti. Nell’effettuare questa ricognizione, occorre seguire delle specifiche indicazioni che individuano in maniera precisa, quando procedere a una valutazione analitica e quando invece valutare il credito collettivamente.
In particolare, lo IAS 39 prevede la valutazione analitica nel caso in cui il singolo credito è significativo, il rapporto è stato oggetto in passato di una stima di perdite di valore e quando sul singolo rapporto possono essere individuate delle diminuzioni durevoli di valore.
I crediti che, in assenza dei presupposti indicati dallo IAS 39, non sono soggetti a valutazione analitica dovranno essere valutati collettivamente.
Nell’insieme con l’introduzione delle nuove regole anche un procedimento “soggettivo” come la svalutazione dei crediti si avvicina a un processo “oggettivo”; da qui l’esigenza di documentare la metodologia di calcolo per dimostrare, con oggettività, la sussistenza di una perdita.
I crediti in sofferenza rappresentano un nodo cruciale nella gestione dei crediti delle banche italiane e vengono contabilizzati provvedendo agli accantonamenti al netto di quanto si presume di recuperare. I criteri imposti dagli IAS introducono un approccio nuovo nel trattamento delle sofferenze: oltre al “quanto”, sarà fondamentale porre attenzione anche al “quando” avverrà il recupero del credito. La valutazione delle sofferenze verrà gestita secondo una logica del massimo recuperabile, basato sull’attualizzazione di flussi futuri. Un tale approccio dovrà essere adottato anche al comparto degli incagli, le cui valutazioni seguono di norma la logica della perdita o del sacrificio piuttosto che quella del massimo recuperabile.